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Quando si parla di bambini che praticano sport, come il calcio, l’idea di dividerli in fasce di abilità può sembrare una soluzione logica. Tuttavia, questa pratica si scontra con importanti teorie sullo sviluppo dei giovani atleti, in particolare quelle formulate da Jean Côté, un esperto di psicologia dello sport. Côté sottolinea che i primi anni di pratica sportiva dovrebbero essere caratterizzati da divertimento e inclusione, piuttosto che da una competizione precoce che potrebbe compromettere la passione per il gioco.
Il modello di sviluppo positivo attraverso lo sport
Il Developmental Model of Sport Participation (DMSP) elaborato da Côté promuove un approccio che enfatizza la partecipazione e il gioco libero, specialmente fino all’età di 12 anni. Questo modello suggerisce che durante gli anni di campionamento, dai 6 ai 12 anni, i bambini dovrebbero cimentarsi in vari sport, focalizzandosi sul divertimento piuttosto che sulla specializzazione precoce. In questo contesto, dividere i bambini in base alle loro abilità a soli otto anni può creare un ambiente che penalizza il gioco libero, ostacolando lo sviluppo delle competenze motorie in un’atmosfera di supporto e scoperta.
Il rischio di esclusione e di perdita di motivazione
Creare gruppi di lavoro basati su livelli di abilità può generare un clima di esclusione e competizione che porta molti giovani a abbandonare lo sport. Côté, infatti, evidenzia come un atteggiamento orientato alla competizione fin dai primi anni possa spingere i bambini ad allontanarsi dalle attività sportive. Al contrario, un ambiente che incoraggia il divertimento e la partecipazione aumenta le possibilità di permanenza nello sport e favorisce un miglioramento delle abilità motorie nel tempo. È essenziale creare un contesto in cui ogni bambino possa sentirsi parte di un gruppo, indipendentemente dal proprio livello di abilità, per mantenere viva la motivazione a partecipare.
Le traiettorie di sviluppo individuali
Le capacità motorie dei bambini di 8 anni variano notevolmente e sono influenzate da una serie di fattori, tra cui lo sviluppo fisico e le opportunità di gioco. Côté avverte che le abilità precoci non sono un indicatore affidabile del successo futuro nello sport. Pertanto, suddividere i bambini in base alle loro attuali capacità motorie non solo è limitante, ma può anche precludere opportunità a coloro che potrebbero svilupparsi più lentamente o in modi diversi. Ogni bambino ha il proprio percorso di crescita e le esperienze di gioco devono riflettere questa diversità, consentendo a tutti di esplorare le proprie potenzialità senza giudizi prematuri.
Un approccio più vantaggioso è quello di promuovere il gioco misto e la varietà, lasciando che le abilità si sviluppino naturalmente in un ambiente ricco di sostegno e stimolo. Questo non solo consente ai bambini di crescere come atleti, ma anche come individui, imparando importanti lezioni di collaborazione, rispetto e divertimento. In un mondo dove la competizione sembra prevalere, è fondamentale ricordare che il vero spirito dello sport risiede nel gioco e nella gioia di condividere esperienze, indipendentemente dalle capacità individuali.