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Il Rapporto CNEL 2025, recentemente presentato, analizza l’attrattività dell’Italia per i giovani provenienti da paesi avanzati. Il documento evidenzia un fenomeno preoccupante: l’emigrazione di una parte significativa della popolazione giovanile italiana. Questo non è un evento sporadico, ma un vero e proprio esodo strutturale. Tale fenomeno ha un impatto notevole sul capitale umano del Paese, sottolineando la necessità di sviluppare strategie efficaci per invertire questa tendenza.
Statistiche sull’emigrazione giovanile
Tra il 2011 e il 2025, circa 630.000 giovani italiani di età compresa tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato il paese. Di questi, il 49% proveniva dalle regioni settentrionali, mentre il 35% proveniva dal Mezzogiorno. Il saldo migratorio, al netto degli arrivi, ha mostrato un deficit di 441.000 unità. Solo nel 2025, i giovani espatriati sono stati 78.000, il che rappresenta il 24% delle nascite di quell’anno.
Distribuzione di genere tra i giovani emigrati
Un aspetto significativo riguarda la composizione di genere tra i giovani che emigrano. La percentuale di donne tra gli emigrati ha raggiunto il 48,1%, segnando un aumento rispetto al 46,6% medio del periodo analizzato. Le regioni con la maggiore incidenza femminile sono il Nord-Est e il Nord-Ovest, mentre il Mezzogiorno mostra percentuali inferiori. Questo dato evidenzia una maggiore emigrazione femminile nelle aree più sviluppate.
Il profilo educativo degli emigrati
Un dato significativo riguarda il livello di istruzione dei giovani che lasciano l’Italia. Nel triennio 2025-2025, il 42,1% dei giovani emigrati era laureato, registrando un aumento rispetto al 33,8% del periodo 2011-2025. A livello regionale, le percentuali più alte di laureati sono state osservate in Trentino e Lombardia, mentre Sicilia e Calabria mostrano le quote più basse, suggerendo una fuga di talenti dalle regioni meno sviluppate.
Il divario di genere nei livelli di istruzione
Analizzando il divario di genere, emerge che il 44,3% delle donne che emigrano ha una laurea, contro il 40,1% degli uomini. Questa differenza si fa più marcata nel Mezzogiorno, dove le giovani laureate sono maggiormente motivate a cercare opportunità all’estero per superare le disparità di genere.
Impatto economico dell’emigrazione
Il valore del capitale umano che ha lasciato l’Italia tra il 2011 e il 2025 è stimato in circa 159,5 miliardi di euro. Di questi, 77 miliardi provengono dal Nord e 58 miliardi dal Mezzogiorno. Le regioni più colpite economicamente includono la Lombardia, la Sicilia e il Veneto. Questo capitale umano rappresenta circa il 7,5% del PIL nazionale, evidenziando l’importanza di queste risorse per l’economia italiana.
La fuga di capitale umano dal Sud al Nord
Tra il 2011 e il 2025, oltre 484.000 giovani si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord. Questo spostamento ha generato un valore economico di circa 147 miliardi di euro, con la Lombardia che ha ricevuto il maggior numero di talenti. Le regioni del Sud, come la Campania e la Sicilia, sono quelle che hanno subito le perdite maggiori.
Le sfide per l’attrattività dell’Italia
Il Rapporto CNEL evidenzia una scarsa attrattività dell’Italia per i giovani dei paesi avanzati. Solo 55.000 giovani stranieri sono giunti in Italia nel periodo 2011-2025, mentre sono stati 486.000 i giovani italiani che hanno scelto di emigrare. Questa disparità indica un bisogno urgente di migliorare le politiche e le condizioni per attrarre talenti dall’estero.
Strategie per invertire la tendenza
Per affrontare questa sfida, è fondamentale che l’Italia sviluppi strategie mirate a migliorare le opportunità lavorative e le condizioni di vita. Solo attraverso un salto qualitativo sarà possibile attrarre i giovani dei paesi avanzati e trattenere i talenti interni.

